Siamo tornati in compagnia di Sharon Terenzi, blogger e scrittrice freelance specializzata in tutto ciò che riguarda il cioccolato.
Dopo una laurea triennale e un master in marketing si è appassionata al cioccolato nei 4 anni passati a New York e nel 2014 apre il suo blog: The Chocolate Journalist.
Oltre che coltivare la sua passione, il blog le ha permesso di scrivere per riviste di pasticceria, guide turistiche e altre pubblicazioni, ma non solo. Gestisce anche gli account Social e crea contenuti per aziende di cacao e cioccolato.
Ma adesso lasciamo la parola a lei
Cosa ti ha spinta ad iniziare questo percorso?
Non sono stata io a trovare il cioccolato, ma è stato cioccolato a trovare me. Nel 2013 lavoravo per un’azienda a New York che importava specialità gastronomiche dall’Italia. Vendevamo diverse categorie di prodotto, da salami e burrate a marmellate e tartufi.
Il lavoro di ufficio era talmente monotono e demotivante che spesso per frustrazione mi ritrovavo a vagare nel negozio al dettaglio dell’azienda per prendere una pausa.
In un giorno come tanti, un’enorme tavola rotonda al centro del negozio colse la mia attenzione: era assortita con le migliori marche di cioccolato italiano dell’epoca. Essendo il cioccolato noto per alleviare la frustrazione ed approfittando del 20% di sconto per dipendenti, iniziai ad assaggiare svariati di quei prodotti.
Avevano un gusto molto più delicato e sofisticato rispetto al cioccolato scadente da supermercato a cui ero abituata! Mangia che ti rimangia, iniziai poi a porre attenzione sugli ingredienti, condurre ricerche sulle aziende, e diventai in poco tempo l’esperta di cioccolato dell’ufficio.
Non sapevo niente degli altri prodotti, ma potevo rispondere a qualsiasi domanda sull’assortimento di cioccolato.
Dove hai imparato tutto quello che sai sul cioccolato?
L’ho imparato negli anni da sola. Libri su Amazon, visite assidue alle cioccolaterie di Manhattan, articoli online, eventi e conferenze d’industria, contatti con coltivatori e cioccolatai, quotidiani assaggi delle più svariate marche internazionali.
Lo scopo era di imparare qualcosa di nuovo ogni giorno. Invece di aspettare di diventare un’esperta, ho iniziato a collezionare fin da subito tutto quello che stavo imparando nel mio blog The Chocolate Journalist portando i lettori in un viaggio di educazione al cioccolato insieme a me.
All’epoca non c’erano ancora corsi sulla degustazione del cioccolato o corsi professionali per diventare esperti, quindi i miei strumenti sono sempre stati l’autodidattica e le relazioni interpersonali che mi sono creata con produttori di cacao, cioccolatai e intermediari. Rimango dell’idea che non ci sia migliore educazione che ascoltare le dirette testimonianze di chi lavora nel settore.
Forse è una domanda che ti hanno fatto in molti, come si riconosce un cioccolato di qualità?
Risposta semplice: prima di averlo assaggiato, un cioccolato di qualità si riconosce dal prezzo e dagli ingredienti.
Durante l’assaggio, si riconosce dall’assenza di amarezza e di note sgradevoli. È vero che un prodotto di scarsa qualità può essere sovrapprezzo, ma un prodotto di alta qualità non potrà mai essere sottoprezzo.
Se una barretta di cioccolato si proclama “eccellente”, di “altissima qualità” e fatta “con i migliori ingredienti” e poi costa 2 euro, le parole stanno a zero e il prezzo dice già tutto. Stessa cosa per gli ingredienti: la lista degli ingredienti di un cioccolato di qualità sarà sempre minimale.
Quando un cioccolato, che sia fondente, al latte o bianco, è fatto con ingredienti di qualità, non avrà bisogno di aggiunte inutili come aromi artificiali od oli vegetali per nascondere sapori, aumentare la dolcezza o creare un’artificiale cremosità.
Per esempio, un cioccolato che si definisce “noir” e “intenso” e poi ha come primo ingrediente lo zucchero e contiene perfino del latte, è meglio lasciarlo sullo scaffale.
Nel momento dell’assaggio, un buon cioccolato, anche i 100% fondenti, non devono avere note sgradevoli come l’amarezza e l’acidità, o un sapore di bruciato, di gomma o di muffa. Questi sono tutti segnali di un cioccolato di scarsa qualità.
Secondo te qual è il cioccolato migliore?
Il cioccolato migliore (per sapore, etica e sostenibilità ambientale e sociale) è quello creato da artigiani cosiddetti bean-to-bar che comprano le fave di cacao pregiate, pagandole fino a 100 volte di più del prezzo di mercato, e le lavorano nella loro piccola fabbrica fino ad ottenere le barrette di cioccolato.
Sono trasparenti (e orgogliosi) delle materie prime che comprano, e per questo motivo riescono a produrre un numero limitato di barrette (diversamente dai marchi industriali).
In Italia abbiamo molte eccellenze in questo campo: Amaro Cioccolato in Brianza, Angiolini Cioccolato a Pisa, Bonajuto a Modica, Karuna Chocolate nel Sud Tirolo e Ruket Chocolate a Ferrara per menzionarne alcuni.
Il cioccolato migliore ci terrà sempre a precisare da dove vengono le fave di cacao utilizzate per farlo, a raccontare la storia del luogo di origine e a condividere la passione dell’artigiano dietro ogni creazione.
Quali sono gli errori da evitare per scegliere un buon cioccolato?
Prima di tutto, scegliere il luogo di acquisto sbagliato. Se una persona è alla ricerca di un buon vino di qualità, preferirà condurre la propria ricerca in un’enoteca piuttosto che al supermercato. Se si è alla ricerca di un vestito di alta sartoria, non ci recheremmo da Zara ma da un negozio di lusso. Lo stesso vale per il cioccolato.
Non ci si può aspettare di trovare un cioccolato di alta qualità al supermercato. Meglio recarsi in negozi specializzati, fisici oppure online.
Un altro errore è non considerare il prezzo di acquisto. Tralasciando il marketing ingannevole e tutte le parole vuote che le aziende possono scrivere sul loro packaging, il prezzo è il miglior indicatore di qualità nel cioccolato.
Come già menzionato, un cioccolato di qualità non potrà mai essere a buon prezzo, ma costerà sempre di più della media, come accade in qualsiasi altra categoria alimentare.
Cosa consigli a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?
Il più grande consiglio è quello di informarsi direttamente dalle persone e non dai libri.
Sui pochi libri di cioccolato al momento sul mercato ci sono ottime informazioni di base per amatori, ma nessun approfondimento o chiarimento per professionisti.
Quindi chi vuole inoltrarsi nell’industria del cioccolato di qualità è bene che faccia networking e parli direttamente con i professionisti del settore piuttosto che informarsi da libri obsoleti o articoli online superficiali.
Infine, la nostra domanda di rito, qual è una tendenza del settore che ci accompagnerà nei prossimi anni?
La parola chiave nel mondo del cioccolato nei prossimi anni sarà tracciabilità.
I trend di sapori vanno e vengono, ma quello che andrà sempre più di tendenza sarà la richiesta del consumatore di sapere esattamente da dove vengono e come vengono prodotti certi alimenti. Il cioccolato non farà differenza.
Vedremo sempre più nomi di paesi produttori di cacao sulle barrette di cioccolato, con alcuni marchi che andranno fino al punto di nominare la regione, la cooperativa e perfino il singolo contadino.
La tracciabilità sarà anche la forza del cioccolato di qualità (spesso artigianale), fatto da chi ha contatti diretti con i proprio fornitori, in contrasto con il cioccolato industriale, dove la supply chain è fatta di infiniti intermediari e fornitori difficili da rintracciare.
Ringraziamo Sharon per essere stata con noi e noi ci leggiamo alla prossima intervista!